Riaprono le porte il Centro di Santomato e la Casa di Gello. I genitori: «Per noi disagi, ora pensiamo a settembre»
Le due strutture gestite sul territorio da Agrabah (associazione genitori per l’autismo) Onlus hanno riaperto le porte dopo una pausa forzata di tre mesi. Il Centro di Santomato per l’età evolutiva e la Casa di Gello tornano ad accogliere i ragazzi seguendo percorsi ambulatoriali rimodulati per orario e modalità operative secondo quanto previsto dalle disposizioni anti contagio. La ripresa delle attività è stata approvata dall’apposita commissione istituita dall’Ausl Toscana Centro per dare attuazione alla delibera regionale 571/20, riguardante la riapertura dei centri semiresidenziali per persone con disabilità, collocata dalla Regione tra il 18 maggio e il 1 giugno. Pur essendosi adoperata per stare nei tempi (il progetto messo a punto dalla Onlus prevedeva di riaprire il 25 maggio), Agrabah – che tra l’altro durante l’emergenza si era attivata con attività di teleriabilitazione e supporto a distanza – ha dunque dovuto attendere l’iter previsto per la valutazione da parte della commissione. Ora la riapertura, con i criteri previsti dalle autorità sanitarie e dunque con servizi a regime ridotto, in modo da consentire sanificazioni e mantenimento delle distanze. L’accesso alle strutture, possibile solo per gli addetti ai lavori e per gli assistiti, è subordinato all’esito negativo dei test sierologici, ai quali si sono sottoposti utenti e operatori: come previsto dalle disposizioni di legge, dovranno essere ripetuti ogni 15 giorni.
Da ricordare che per le famiglie la chiusura delle strutture e l’isolamento forzato sono risultati, per quanto necessari, estremamente duri. In mancanza dei consueti supporti e data la momentanea (ma improvvisa) perdita di figure di riferimento esterne al contesto domestico, i genitori hanno dovuto attingere a tutte le proprie risorse disponibili, mentre i ragazzi hanno rischiato di perdere abilità conseguite in tanti anni di attività e progetti educativi. Per questa ragione, dato il prolungamento delle chiusure ben oltre il lockdown, i genitori di Agrabah avevano lanciato nei giorni scorsi un appello con una lettera inviata ai giornali.
«Le modalità previste per la riapertura sono state stabilite senza consultare le associazioni e le famiglie che ogni giorno hanno a che fare con l’autismo, dunque non tengono conto delle loro reali necessità. Ma le accettiamo, così come accettiamo di fare un test sierologico che non è agevole né per i ragazzi né per noi – sapendo inoltre che siamo una delle poche categorie sottoposte a questo trattamento – ma che costituisce comunque un primo passo verso la normalità. Ora la priorità è non farsi trovare impreparati a settembre: nonostante i disagi siamo più determinati che mai e stiamo pensando a nuovi progetti per migliorare la qualità dei servizi, nonché a modalità operative più vicine alle nostre esigenze da attivare dopo l’estate», sottolineano i genitori.