La struttura è stata adeguata alle norme anti Covid e dotata di tecnologie innovative, tra cui una sensory room. Gaggioli (Agrabah): «Per noi inizia una nuova fase»
Spazi rinnovati e dotati di tecnologie all’avanguardia a beneficio di ragazzi e famiglie al Centro per l’età evolutiva di Santomato (Pistoia), dove i nuovi locali sono stati inaugurati mercoledì scorso. I lavori di ristrutturazione, iniziati alla fine di luglio e ultimati alcuni giorni fa, sono stati fortemente voluti da Agrabah (Associazione genitori per l’autismo) Onlus e dalla Fondazione Raggio Verde, che li hanno realizzati grazie a un generoso contributo della Fondazione Caript. La struttura si trova nella ex scuola elementare di Santomato, concessa in affitto dal Comune di Pistoia, ed è sede di attività di terapia, riabilitazione, studio e ricerca nei soggetti affetti da disturbo dello spettro autistico in età evolutiva.
Scopo del progetto, firmato dalla start up fiorentina DU IT (Design for user innovation technology), adeguare gli ambienti alle nuove disposizioni legate all’emergenza Covid-19, ma anche potenziare i servizi offerti nella struttura dotandola di tecnologie innovative – come la stanza multisensoriale, fiore all’occhiello dell’iniziativa – e rendendola più efficace nel favorire la qualità di vita dei ragazzi e delle loro famiglie. Presenti all’inaugurazione i vertici di Agrabah e Fondazione Raggio Verde, la professoressa Paola Bellandi (consigliere di amministrazione della Fondazione Caript), gli architetti Elena Bellini e Lorenzo Romualdi (fondatori di DU IT e autori del progetto), dipendenti e utenti del centro. L’iniziativa costituisce un esempio di come, quando le istituzioni e il privato sociale collaborano (esattamente come è avvenuto tra Agrabah/Raggio Verde, Fondazione Caript e amministrazione comunale), sia possibile concretizzare progetti in poco tempo. L’idea di intervenire sul Centro di Santomato è nata infatti all’inizio dell’emergenza sanitaria, quando Agrabah si è posta l’esigenza di avere ambienti tali da consentire modalità di attesa compatibili con le esigenze di distanziamento e al contempo più confortevoli. Da tale necessità, unita alla volontà di migliorare ulteriormente l’assistenza ai ragazzi, è partito l’intero progetto, che è stato dunque pensato, elaborato, presentato, finanziato e realizzato in sei mesi.
«Vent’anni fa, quando ci siamo costituiti, sognavamo più in piccolo ma decidemmo di impostare un’attività all’avanguardia – ha detto Alvaro Gaggioli, presidente di Agrabah Onlus – noi ci abbiamo messo tutto il nostro impegno e la società pistoiese ci ha aiutato moltissimo. Innanzitutto grazie a tutti, quindi, e in particolare alla Fondazione Caript. In questi anni abbiamo cercato di mantenere un alto livello dei servizi e dagli otto o dieci ragazzi seguiti inizialmente siamo arrivati a una 70ina. Ciò però non basta e vogliamo continuare ad andare avanti perché ce n’è bisogno, continuando a migliorare la professionalità offerta e dando alle famiglie un barlume di speranza. Gli architetti che hanno realizzato i lavori che presentiamo sono riusciti a fare qualcosa di straordinario in poche stanze. Vorremmo che fosse l’inizio di una fase nuova e ulteriore rispetto a quella avviata quando fondammo Agrabah: il nostro sogno è il dopo di noi».